Chiesa del Sacramento

Album Fotografico


Ubicazione via
Festività
ed eventi
San Camillo de Lellis (14 luglio) 
Natività di Maria Santissima ( 8 settembre )
Madonna del Rosario ( 8 ottobre )
Sante Quarantore (lunedì e martedì precedenti alle Sacre Ceneri)
Attività Sede Arciconfraternita Santissimo Sacramento, Gov. Sig. Guardo
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Cenni storici
Salvatore Pappalardo, Chiese e Quartieri di Acicatena


La chiesa del SS. Sacramento non si identifica con un quartiere, non lo denomina, né denomina una strada. E questo, non tanto perché sorge in prossimità della Matrice di Acicatena e nella via omonima, ma per la sua stretta vicinanza con la piazza principale della cittadina: il piano Umberto.
Essa resta soltanto la chiesa del SS. Sacramento o, come di solito viene chiamata, «il Sacramento» oppure «la Cappella», perché essa è sotto il patronato dell'Arciconfraternita del SS. Sacramento e vi si conserva permanentemente l' Eucaristia.
Chiesa del SS.mo Sacramento
Facciata della Chiesa del SS.mo Sacramento
Foto: O. Greco
Nel prospetto, incisa dentro un medaglione di pietra calcarea, e la breve e inequivocabile iscrizione: Pro nobis in Sacramento commo­rantibus confratres oratorium hoc erexere 1762. «Per noi, che dimoriamo nell'Arciconfraternita del SS. Sacramento, i confratelli eressero questo oratorio nell'anno 1762». Per noi - sostiene la chiara e categorica affermazione - riuniti nel nome dell'Eucaristia e che ne abbiamo il diritto patronato, è sorta questa chiesa.
E il diritto patronato, secondo il codice ecclesiastico, consiste nella somma dei privilegi, con relativi oneri, che per concessione della Chiesa, competono ai fondatori cattolici di una chiesa o di una cappella o di un beneficio ed anche ai loro «aventi causa».
Emerge subito la forte personalità di questa piccola chiesa senza cupola, che proietta la propria artistica facciata, in stile barocco, su via Matrice. Si presenta allineata con le case che la fiancheggiano, rivolta a nord, con le sue campane dai battiti intensi, incalzanti, quasi aggressivi, nascoste dentro il campanile.
Il suo esterno è forse il miglior barocco di Acicatena. Lo stesso può dirsi del suo interno, sfarzoso ma con misura, in cui le indovinate proporzioni e lo spazio, verso cui tende la volta, creano un tutto armonioso e distinto, tale da rendere il tempio piccolo e grande nello stesso tempo. Pare che l'Arciconfraternita preesistesse alla chiesa e che accogliesse il fior fiore della nobiltà e dell'artigianato di quella che, a quel tempo, era la comunità di Sant'Antonio e Filippo.
Dicono gli antichi documenti che «molti pii e benemeriti cittadini fondavano l'Arciconfraternita nella venerabile chiesa Madre di Acicatena e che il vescovo di Catania ne approvasse gli statuti il 18 maggio 1657». Essa si rese subito benemerita, per la pietà, per lo zelo e per il fervore dei soci nello svolgimento del culto eucaristico, particolarmente nelle solennità del Corpus Domini, della Settimana Santa e nella distribuzione del Viatico. Perciò, il prevosto Don Damiano Cantarella, le dignità e i canonici della chiesa Collegiata Matrice, avendo considerato il bene che arrecava alla comunità l'opera di questa Arciconfraternita, con atto pubblico rogato presso il notaro Don Giuseppe Garzia, il 31 agosto 1738, addivennero alla concessione della «sepoltura ecclesiastica» e, quindi, in «perpetuum concesserunt et concedunt ac dederunt et dant» all'Arciconfraternita del SS. Sacramento il locale della sepoltura, all'interno della medesima Matrice Collegiata, nella navata antistante l'organo...».
E il fervore dei confratelli cresceva, e le attività della pia istituzione si consolidavano, e le benemerenze dell'Arciconfraternita aumentavano. E, allora, essa si distacca dalla chiesa Madre ed erige una chiesa propria nel nome del Signore «per noi dimorante nel Sacramento». E’ proprio l'anno 1762. E’ un'epoca di sviluppo e di crescita per l'intera comunità civile. Sorge la chiesa di S. Giuseppe (1728-1740); viene fondato l'eremo di Sant'Anna (1751); vengono costruite le chiese di S. Maria del Sangue (1730) e quella di S. Barbara (1740).
Lo «scaro» di Acitrezza, che serviva il comune, si trasforma in un fiorente piccolo porto mercantile; sorge un'Accademia letteraria, sorgono l'o­spedale e il Conservatorio delle vergini (1763); il convento dei Frati minori si afferma come centro di cultura e di religiosità. Inoltre, i giurati del comune ottengono il titolo di «spettabili» (1748) e poco dopo il sindaco, il patrizio della Città e gli stessi giurati ricevono il privilegio di portare la toga (1760); nascono le tre Collegiate di S. Maria la Catena (1724), di S. Lucia (1730), di S. Filippo (1731). E’ l'età (1747) in cui il principe Don Luigi II di Campofiorito, ritiratosi dalla vita politica, viene nella nostra terra e si stabilisce nell'immenso palazzo, che appositamente si fa costruire: «il palazzo del principe».
Intanto, nel 1770, avveniva la solenne benedizione della chiesa del SS. Sacramento e già, nel 1773, dalla stessa Arciconfraternita, una messa quo­tidiana vi veniva fondata, per il bene spirituale dei soci e degli abitanti del quartiere della Catena. E ora i confratelli si rivolgono al vescovo Corrado Maria de Moncada, facendo presente che, «trovandosi la chiesa nel luogo più pubblico e frequentato di detto quartiere della Catena» e ritenendosi «come arrollati sotto la insegna del SS. Sacramento», sia opportuno «che in detto sacro luogo si tenesse sta­bile nella pisside il Divinissimo e potersi dare con la stessa, dal loro cappellano, la Santa Benedizione e ciò giornalmente, in tempo di festa, come di feria...».
Il vescovo di Catania, edificato e commosso da tali ideali di zelo coraggioso e singolare, il 23 luglio 1775, accoglie favorevolmente la richiesta «per il commodo dei vicini abitanti, non solo, ma anco per l'aumento della pietà e culto divino».

(continua)